Ma dove va a finire il mondo?
Il mondo sta cambiando velocemente. Mentre scienza e tecnologia si evolvono ad una velocità inconcepibile nel mondo che ci circonda, nelle nostre teste, la realtà concepita come ostinato e vizioso materialismo sta sempre di più lasciando spazio ad una visione più alta e spirituale, che comprende anche l’esistenza di D-o e il significato della nostra vita.
Il pianeta Terra visto come Villaggio Globale era, fino a qualche anno fa, un eccentrico sogno. Oggi, grazie anche alle telecomunicazioni e a Internet, il nostro mondo appare indubbiamente, giorno per giorno, sempre più piccolo.
Solo quindici anni fa, il delicato equilibrio tra due superpotenze fra loro ostili faceva tremare un’intera generazione in previsione di un’imminente fine del mondo per causa nucleare. Ora, col collasso del comunismo, il disarmo nucleare e la conversione delle spese militari in spese ad utilizzo pacifico, le paure di un terzo conflitto mondiale sono scemate. Democrazie in sostituzione a vecchie dittature, diritti umani che aumentano in un gran numero di paesi, sanzioni economiche invece del pugno di ferro militare …tutte soluzioni più efficaci a mantenere la pace.
Certo non tutto è roseo: parallelamente, la società sta decadendo. Spesso, un buono stile di vita si accompagna con una vita vuota. E così vediamo gente che si allontana dal prossimo, dalla propria famiglia, addirittura da se stessa! A volte, in situazioni estreme, le cose sembrano talmente fuori controllo, così prive di senso, da condurre ad atti casuali di violenza che permeano la società di un degrado mai visto.
Il mondo non è mai cambiato così tanto e così in fretta. Ma verso quale direzione si sta muovendo? Qual è il nostro ruolo? E soprattutto: esiste un ruolo?
Credere o non credere. Questo è il dilemma.
Ogni cultura ha una sua visione del futuro, un concetto del destino dell’Umanità e del mondo: così pure l’ebraismo. Ciò che è interessante è che l’antica visione ebraica del futuro si stia rivelando proprio ora.
Per l’ebreo che segue gli insegnamenti della Torà scritta ed orale – che insieme costituiscono la tradizione da Sinai - la visione di quel futuro è sempre coincisa con Mashìach – il Messia, e Gheulà – la Redenzione Messianica del Popolo ebraico e di tutte le nazioni del mondo in un’era eterna di benessere materiale e spirituale.
Però, ora che tutte le predizioni di questo futuro si stanno focalizzando, molta gente ha problemi a riconciliare la propria fede con la realtà. La mente moderna, razionale e “realistica”, comincia a chiedersi: dobbiamo prendere sul serio quest’utopico sogno ad occhi aperti? Dobbiamo veramente credere che ciò sta accadendo? Diciamoci la verità, molti sono ancora scettici. Per alcuni questo è un “forse” alquanto grande. Eppure…
Eppure, non dovrebbe anche uno scettico ammettere che l’ottimismo - e non il pessimismo - è la giusta visione per l’oggi e per il domani? Dopotutto, il bene ed il male sono solo due lati di una moneta morale: se è vero che un uomo può causare una guerra mondiale, la pace mondiale non potrebbe a sua volta essere perseguita da un uomo?
Ora, quanti rifiuterebbero di offrire alla realtà un punto di vista alternativo, soltanto perché “strano”? Nella storia vi sono state, prima d’ora, altre visioni innovative che hanno solitamente incontrato resistenza, in particolare all’inizio. Prima di considerare la forma delle cose che accadranno, pensiamo all’evoluzione degli atteggiamenti riguardo alla forma del mondo.
Per secoli la gente era certa che il mondo fosse piatto. Cos’altro avrebbe potuto pensare una persona sensata? Se guardi il terreno attorno a te, è piatto. Persino la vista che ci permette la cima di una montagna, fino all’orizzonte lo conferma, in tutte le direzioni, il terreno è piatto. Perché qualcuno dovrebbe mai ipotizzare qualcosa di diverso?
Tuttavia, ad un certo punto è sorta una nuova comprensione riguardo il nostro pianeta, una persona asserì che la terra era tonda come una palla. Come prevedibile, le reazioni furono emozionali: “Insensato! Stupido! Pazzo!”.
Gradualmente, la gente iniziò ad usare il proprio cervello, invece delle proprie emozioni o dei radicati convincimenti personali. Mentre crescevano fortemente le prove a conferma della nuova teoria, questa venne accettata come scienza dai più. Vi erano però ancora persone che furono seppellite con la certezza che la Terra fosse piatta. Non vi sarebbe stata prova sufficiente che li avrebbe persuasi a lasciare la loro errata credenza.
Esistono così un’enormità di altri esempi di resistenza dogmatica a fatti o nuove idee. Basandosi sulla fisica di Newton, gli scienziati negavano all’unanimità la possibilità che meteore cadessero dal cielo. Ma cosa accadde quando nel XVIII secolo la campagna francese si riempì di centinaia di grandi frammenti stellari? Tutti gli scienziati del mondo rigettarono la prova per mesi o addirittura anni. Naturalmente oggi sappiamo che era vero.
Allo stesso modo, e ciò appare incredibile! Per mesi dopo il successo del volo compiuto dall’aeroplano dei fratelli Wright, testimoniato da centinaia di presenti, nessuno ne parlò. Interi editoriali di giornali e riviste scientifiche americane ridicolizzavano l’idea di macchine più pesanti dell’aria che potessero volare. Figurarsi di chi, tuttora, nega che l’uomo sia mai arrivato sulla Luna!
C’è
un detto popolare che dice “più conosco e più mi rendo conto
di quanto poco so”.
In generale, un po’ di sete di sapere, insieme con una
dose d’umiltà, è sufficiente per preparare una persona
ad una nuova informazione e a rivoluzionarie visioni sulla vita. Questo è
valido anche nel nostro contesto. Chi fra di noi può affermare di avere
una completa conoscenza delle questioni fondamentali quali ad esempio la essenza
di D-o o lo scopo dell’uomo su questo pianeta, il destino finale dell’individuo
e della società o chi ci condurrà al nostro destino, come costruire
la nostra vita e cosa ricavarne nel frattempo? Tutto ciò - e non solo
- è trattato nell’insegnamento universale ebraico che concerne
Mashìach e la Redenzione, ed è discusso sul nostro sito, http://www.mashiach.it
Gli antichi saggi e profeti ebraici hanno predetto l’era in cui viviamo. Molte delle loro profezie, come riportate nella Bibbia e negli scritti rabbinici della tradizione del Sinai, si stanno manifestando nei tempi più recenti.
Per questo possiamo annunciare che questi nostri giorni sono il palcoscenico preparato per Mashìach e la Redenzione. Ed ora che il palcoscenico è stato finalmente allestito, è realistico aspettarsi che entri Mashìach, frontalmente ed in centro: ecco la star dello spettacolo. Uno spettacolo con un cast di miliardi di persone.
È naturale ora chiedersi chi sia Mashìach. L’Alter Rebbe, il primo leader della dinastia Chassidica di Chabad Lubavich disse ad un gruppo di studenti, “Il Mashìach che voi aspettate non arriverà mai; il Mashìach che arriverà non è quello che volete voi.”
Chi è Mashìach?
Dobbiamo sapere cosa stiamo cercando, in modo da poter essere in sintonia con il messaggio di Mashìach ora, ancor prima che la Redenzione sia del tutto compiuta. Mashìach non scenderà giù dal camino e nemmeno comparirà per magia.
Mashìach è parte integra del senso della Creazione, è lo scopo e il fine della stessa. È un enorme sviluppo della storia ed attualmente sta completando la storia stessa con un profondo significato che tutti saranno in grado di apprezzare.
Mashìach arriva per l’ateo, l’agnostico e per chi è religioso, arriva per tutte le religioni, e in ogni religione, sia per i ferventi credenti, sia per i negligenti. Ognuno farà sua l’esperienza della Redenzione, al proprio livello e nella propria maniera. Sarà una Redenzione comune, ma con significati diversi per ciascuna persona.
Per intenderci, cosa significa per un ateo essere pronto per la Redenzione da D-o? L’ateismo ha un nucleo di verità religiosa. A volte il problema dell’ateo è capacitarsi di un D-o biblico che sembra avere fattezze e soprattutto debolezze umane, quali la collera, la gelosia ed il rammarico. Tutto ciò appare incompatibile con un’entità superiore, onnipotente ed onnisciente, per la quale l’universo appare infinitamente più piccolo di un puntino di penna su un foglio. Chi ha queste convinzioni si può definire pronto per l’aspetto infinito di D-o, ed è per questo che rifiuta qualsiasi banalizzazione della Divinità.
Come un saggio
ribatté ad un ateo: “Il D-o nel quale tu non
credi, non ci credo neppure io”.
Nonostante ciò, il saggio crede sia in D-o che nella promessa di Redenzione.
Infatti, i due sono legati inestricabilmente. Moshè Maimonide codificò
i 13 Principi della Fede che formano il nucleo e
l’essenza del credo ebraico. Senza ciascuno di questi, non esisterebbe
l’ebraismo1.
Questi principi includono l’esistenza, l’immensità, l’incorporeità di D-o; includono la Sua consapevolezza e la preoccupazione per le nostre azioni, la fermezza e permanenza della volontà di D-o così come espressa nella Torà; includono la giustizia delle Sue ricompense e dei Suoi castighi, nonché la fede nella venuta oggi di Mashìach e nel fatto che i morti risorgeranno.
Futuro prossimo in caricamento
La tradizione del Sinai profetizza, con la rivelazione della Redenzione Messianica, l’inizio di un periodo di pace, prosperità, salute e armonia tra l’individuo, la società e l’ambiente.
Gli ebrei verranno tutti radunati in Israele ed il loro Santuario ricostruito a Gerusalemme. La Torà verrà osservata nella sua totalità. I defunti delle generazioni precedenti torneranno a vivere, anime nei corpi, per sempre.
La Divinità che è sopraelevata a tutti i mondi verrà rivelata in questo mondo fisico e tutta l’umanità seguirà e raggiungerà la conoscenza di D-o con grande gioia e piacere.
Mashìach non sta arrivando per disturbare la vita di nessuno o per creare scompiglio. Tutto ciò che c’è di buono attualmente nelle nostre vite resterà e crescerà man mano che l’era della Redenzione avanza. Dall’altra parte, la paura, l’odio, la cattiveria, l’avidità, la violenza e tutto ciò che oggi ancora macchia negativamente il nostro ambiente quotidiano, diminuirà fino a scomparire.
Per questo Mashìach è davvero qualcosa da desiderare. Per tutti, con l’eccezione di alcune persone che sono talmente assoggettate dalla negatività che quando questa sparirà, non resterà null’altro nelle loro vite da mietere in un mondo di bontà.
Ma quanto è realistico tutto questo scenario? Quale credibilità hanno queste fonti? Chi ci dice che tutto ciò succederà? È possibile che la scienza non abbia dissipato tutti questi miti? E se questi eventi dovessero accadere, per quale motivo l’agente di tutto questo dovrebbe essere un uomo e non piuttosto D-o? E perché puntare il dito su Mashìach …non è sufficiente che il mondo migliori per conto proprio?
I futuri articoli tenteranno di fare giustizia a queste ed altre domande.
Nota: (1) Maimonide, uno dei più grandi studiosi ebraici di tutti i tempi, leader generazionale e medico di corte presso sultani nel XIII secolo. È principalmente noto oggi per l’autorevole Magnum Opus, Mishnah Torah, che è stata la prima codifica delle leggi ebraiche.